venerdì 15 luglio 2011

Conferenza stampa 'graduale'

Ieri, 14 Luglio 2011, mentre i francesi celebravano la presa della Bastiglia, un'associazione LGBT veronese ha organizzato una conferenza stampa 'graduale'.

L'abbiamo chiamata così perché, come i Salmi 120-134 (119-133 secondo la Vulgata) sono detti 'graduali' perché li recitavano sui gradini del Tempio di Gerusalemme i pellegrini che vi si recavano tre volte l'anno, così ogni anno viene ripetuto sui gradini del municipio di Verona un rituale più capace di rimarcare la propria diversità dal mondo circostante che politicamente capace di migliorare quel mondo.

Ieri si è andati un po' oltre la manifestazione del proprio orgoglio, in quanto si è voluto annunciare che si sarebbe vagliata "la possibilità di ricorrere presso la Corte Europea dei Diritti dell'uomo di Strasburgo, contro il Comune di Verona e lo stato italiano".

Ammettiamo volentieri che le mozioni che il Consiglio Comunale di Verona approvò il 14 Luglio 1995 sono omofobe ed odiose, ma ci è venuto un sospetto: perché mai si è annunziato che si intendeva "vagliare la possibilità di ricorrere" anziché mostrare ai giornalisti un ricorso depositato e protocollato contro di esse?

La risposta penso che la troviamo in questi tre siti:

  1. http://www.dirittiuomo.it/Formulari/formulari.htm
  2. http://www.ildirittoamministrativo.net/ricorso-tar.htm
  3. http://www.gazzettadelleautonomie.it/index.php?option=com_content&view=article&id=152:mozione--natura-giuridica--individuazione-ricorso-giurisdizionale--inammissibilita-&catid=32:ordinamento-enti-locali
Il primo avverte che per fare ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo occorre aver subìto una sentenza definitiva e sfavorevole (a meno che non ci si voglia lamentare proprio dell'esagerata [per non dire 'tipicamente italiana'] durata dei processi, il che è un grave torto indipendentemente dal merito della causa, e rende irragionevole attendere la sentenza definitiva), e tale ricorso va presentato entro sei mesi da tale sentenza.

Il secondo precisa che un ricorso al TAR (ammesso che sia possibile contro una mozione di un consiglio comunale - vedi il terzo sito) va presentato entro sessanta giorni dal momento in cui si viene a conoscenza dell'atto da impugnare.

Il terzo spiega che una mozione impegna sul piano politico, non sul piano amministrativo, e pertanto non si può impugnare davanti al TAR - perché una mozione non impegna nessun organo dello stato a compiere alcunché, e quindi non può di per sé nuocere ad alcuno.

Le sacrosantissime battaglie combattute contro quelle mozioni hanno perciò grande valore morale e politico, ma non possono trasporsi sul piano giuridico; e se codest'associazione LGBT si sognasse di presentare un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, esso finirebbe certamente nella pila degli irricevibili.

A poker chi tenta un bluff senza avere nemmeno una coppia in mano può essere lodato, ma la politica, specialmente in un paese come l'Italia, è 'la continuazione della guerra con altri mezzi', come diceva Carl von Clausewitz, ed in guerra chi minaccia con un'arma palesemente scarica dimostra patetica impotenza ed attira su di sé il ridicolo.

Raffaele Ladu

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